Primavera, Estate, Autunno ed Inverno. Solstizi ed equinozi. Sono queste le basi che ci vengono insegnate a scuola e tramandate da genitori e nonni. Tutto giusto per carità ma bisogna fare una precisazione. Le stagioni intese come il periodo di tempo che intercorre tra un equinozio ed un solstizio sono le stagioni astronomiche. Sono quelle classiche a cui tutti siamo abituati e che caratterizzano le nostre vite, rispecchiano il passare del tempo e le variazioni di luce, passando per il giorno con più ore di luce fino a quello con più ore di buio.

In ambito meteorologico e climatologico le cose però cambiano notevolmente. L’alternarsi delle stagioni non è definito dal passaggio tra 2 giorni “critici”, ma è il risultato di un graduale cambiamento delle condizioni climatiche (temperature media e piovosità) al trascorrere dei mesi, in accordo con la media climatica caratteristica di una certa zona; pertanto non esiste nessun criterio che giustifichi l’assegnazione dell’inizio di una stagione ad un qualsiasi giorno del suo primo mese (il 1°, il 21 o altri). Per convenzione internazionale, in meteorologia e climatologia i trimestri stagionali sono dunque “interi” e combaciano con il primo giorno di un determinato mese e terminano con l’ultimo giorno del trimestre. Le stagioni sono quindi così suddivise:

Primavera: 1° Marzo – 31 Maggio
Estate: 1° Giugno – 31 Agosto
Autunno: 1° Settembre – 30 Novembre
Inverno: 1° Dicembre – 28/29 Febbraio

Questa suddivisione permette un’analisi stagionale più semplice, facilitando i confronti mensili (con mesi interi) e quindi trimestrali rispetto alla suddivisione astronomica che cade poco oltre la metà dei singoli mesi.
Ricordatevi quindi che quando ci sentite parlare dell’inizio o della fine di determinate stagioni, a meno di diverse indicazioni noi ci riferiamo sempre alla suddivisione meteorologica!